Sono Martina R. Malizia, psicologa che esercita a Bologna, e, attraverso questo articolo, ti aiuterò a comprendere in cosa consiste il disturbo d’ansia sociale.
Caratteristiche
Conosciuta anche come fobia sociale, l’ansia sociale è caratterizzata da significativa, intensa e persistente paura di situazioni sociali in cui si è esposti alla presenza e al giudizio di altre persone.
L’individuo che soffre di tale disturbo sperimenta, nelle situazioni sociali, disagi come imbarazzo, incapacità di relazionarsi, paura costante del giudizio altrui. L’ossessivo desiderio di dare una buona impressione e, allo stesso tempo, l’insicurezza di non essere in grado di farlo, portano a timore e ansia costanti.
13 sintomi dell’ansia sociale:
Nel disturbo di fobia sociale, la manifestazione di sintomi emozionali quali ansia e paura è spesso accompagnata dalla comparsa di sintomi fisici debilitanti:
- Disturbi gastrointestinali (sazietà precoce, dolori addominali, stitichezza o diarrea, bruciore, gonfiore, digestione lenta, reflusso gastroesofageo)
- Tachicardia
- Fascicolazioni (contrazioni muscolari)
- Rossore del viso
- Bruxismo (digrignamento dei denti)
- Sudorazione eccessiva
- Difficoltà nella deglutizione
- Xerostomia (secchezza delle fauci)
- Tremori
- Nausea
- Mal di testa
- Disturbi del sonno
- Balbettio
Ansia sociale o timidezza?
Ansia sociale e timidezza sono la stessa cosa? La risposta è no.
Allora perché, nell’immaginario collettivo, le due parole sono spesso viste (e usate) come sinonimi? È bene partire dal principio e dare, perciò, una definizione di timidezza.
La timidezza è un tratto caratteriale che apporta maggiore riservatezza e sensibilità all’attitudine dell’individuo. Leggendo, invece, la definizione di fobia sociale che abbiamo fornito nell’incipit del nostro articolo, ci accorgiamo immediatamente che la timidezza non ha nulla a che fare con un disturbo o una patologia. La timidezza, innata nel carattere di una persona, può subire dei cambiamenti innescati dall’ambiente esterno.
L’influenza culturale di un contesto sociale potrebbe incrementare la timidezza di una persona già di per sé riservata e sensibile. Al giorno d’oggi, in particolare, un ruolo cruciale è svolto, in questo senso, dal web.
I social media, col tempo, tendono a proporre sempre di più modelli fisici, sociali e culturali inarrivabili, perfetti, ambiti soprattutto dagli adolescenti che, non a caso, risultano essere la fascia d’età che più patisce la timidezza. La continua esposizione a realtà di fantomatica perfezione innesca una serie di insicurezze, di dubbi e di paure che condizionano profondamente la vita dei ragazzi in generale, ancor più se si tratta di ragazzi timidi.
La timidezza però (che abbiamo detto essere una sfaccettatura caratteriale) può, talvolta, sfociare nel disturbo d’ansia sociale quando gli impedimenti sociali causati dalla stessa diventano altamente limitanti e condizionanti. Non bisogna stupirsi, infatti, se alcuni dei sintomi fisici provocati dalla timidezza presentano analogie con quelli causati dalla fobia sociale: rossore, sudorazione, difficoltà a mantenere il contatto visivo, tremore.
Conseguenze
La persona che soffre di ansia sociale, poiché condizionata dalla paura di affrontare situazioni sociali, tende a isolarsi dal mondo esterno, predilige la conduzione di una vita solitaria. Le uniche occasioni di socialità che accetta sono quelle a contatto con una ristretta cerchia di persone fidate e familiari. Tende a procrastinare gli impegni sociali, evitarli o addirittura rinunciarvi.
Questo atteggiamento può essere dannoso a livello emotivo (si vive con ansia e paura costante), comportamentale (spesso non si partecipa ad eventi, feste, riunioni) e sociale (si accumulano fallimenti professionali se la propria mansione ha a che fare con le public relations, si possono accumulare voti bassi a scuola perché ci si rifiuta di parlare davanti a tutti durante un’interrogazione, la carriera universitaria potrebbe essere compromessa per la difficoltà di sostenere esami orali ecc.). Nelle forme più gravi il disturbo d’ansia sociale può portare alla paura di uscire di casa, portando l’individuo ad un completo isolamento.
A chi rivolgersi?
Chi soffre di fobia sociale può trarre beneficio da un percorso psicologico.
Attraverso colloqui di sostegno e supporto psicologico individuale, è possibile intervenire sulle convinzioni disfunzionali dell’individuo; la terapia mira all’analisi e al cambiamento di questi pensieri dannosi da una parte e dall’altra si focalizza sulla gestione pratica delle situazioni sociali.
Accanto alla classica terapia individuale, lo psicologo può suggerire al paziente la terapia di gruppo e, in particolari casi, di rivolgersi anche ad un medico per valutare se possa risultare utile una terapia farmacologica.