Il rapporto con il cibo può essere, in alcuni casi, estremamente conflittuale e problematico. I pensieri e le preoccupazioni inerenti al peso e al proprio corpo possono diventare così intensi e totalizzanti da non lasciare spazio ad altro. Sono Martina R. Malizia, psicologa che esercita a Bologna, e, attraverso questo articolo, ti aiuterò a comprendere cosa sono i Disturbi Alimentari.
Disturbi Alimentari: cosa sono e come riconoscerli?
I disturbi della nutrizione e dell’alimentazione o Disturbi del Comportamento Alimentare (DCA) sono patologie caratterizzate da un’alterazione delle abitudini alimentari e da eccessivi pensieri e preoccupazioni inerenti peso e corpo.
Comportamenti tipici sono il digiuno, le abbuffate, l’uso di lassativi, il vomito autoindotto, l’iperattività fisica.
Tutti i comportamenti messi in atto da chi è affetto da questo tipo di disturbo riflettono un’intensa preoccupazione per il peso e il tentativo di gestire quest’ultimo e il proprio corpo manipolando l’assunzione e l’assorbimento del cibo.
I Disturbi Alimentari insorgono, prevalentemente, in adolescenza e seppur di maggiore riscontro nella popolazione femminile, sono diffusi anche all’interno della popolazione maschile.
Il Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali, il DSM- 5, identifica i seguenti disturbi della nutrizione e dell’alimentazione: Pica, Disturbo da ruminazione, Disturbo evitante/restrittivo dell’assunzione di cibo, Anoressia nervosa, Bulimia nervosa, Disturbo da binge- eating, Disturbo della nutrizione o dell’alimentazione con altra specificazione e senza specificazione.
In questo articolo, ci soffermeremo su due Disturbi Alimentari: Anoressia nervosa e Bulimia nervosa.
Vediamo quali sono le caratteristiche di ciascuno di essi e a quali aspetti prestare attenzione per capire se si tratta o meno di un Disturbo Alimentare.
Anoressia Nervosa:
Chi è affetto da Anoressia Nervosa sperimenta un’intensa paura di aumentare di peso o di diventare grassi. Si riscontrano delle alterazioni nel modo in cui vengono vissuti dalla persona il peso e la forma del proprio corpo e, inoltre, quest’ultimi incidono significativamente sui livelli di autostima.
Altra caratteristica essenziale è la persistente restrizione dell’assunzione di calorie, che può sfociare in diete ferree e digiuni prolungati in grado di condurre ad uno stato di significativo e rischioso sottopeso.
Le distorsioni cognitive nella percezione del proprio corpo e la paura di aumentare di peso persistono e la persona affetta da Anoressia Nervosa continua a percepirsi “grassa” anche raggiungendo un peso corporeo molto basso.
La perdita di peso viene considerata prova tangibile di autodisciplina e viene vissuta come una conquista. D’altro canto, l’aumento di peso viene vissuto come un fallimento.
Il DSM- 5 distingue due sottotipi di Anoressia Nervosa in base al metodo adottato per perdere peso: Anoressia di tipo con restrizioni e di tipo con abbuffate/ condotte di eliminazione.
Le persone affette da anoressia nervosa perdono peso riducendo il consumo di cibo, non compiono abbuffate e non mettono in atto condotte eliminatorie (vomito autoindotto, uso di lassativi) per eliminare il cibo ingerito.
Le persone affette da Anoressia con abbuffate/ condotte di eliminazione, invece, presentano episodi di abbuffate seguiti da condotte di eliminazione come vomito autoindotto, uso di lassativi e diuretici.
Spesso sono presenti evidenti manifestazioni ossessivo-compulsive correlate al cibo, un controllo rigido e selettivo degli alimenti, sentimenti di inadeguatezza, mangiare in pubblico può generare imbarazzo, i tempi per consumare i pasti possono essere molto dilatati e, alcune persone affette da Anoressia Nervosa si impegnano in un’eccessiva attività fisica finalizzata al consumo calorico.
Bulimia Nervosa:
Le persone affette da Bulimia Nervosa sperimentano ricorrenti episodi di abbuffate seguiti da condotte compensatorie per prevenire l’aumento di peso (vomito autoindotto, uso di lassativi, diuretici, farmaci, attività fisica eccessiva.)
Per “episodio di abbuffata” si intende l’ingestione in un determinato periodo di tempo di una quantità di cibo nettamente superiore a quella che la maggior parte delle persone assumerebbe nello stesso lasso temporale e in circostanze simili. Inoltre, l’episodio deve essere accompagnato dalla sensazione di perdita di controllo ovvero dalla sensazione di non riuscire a fermarsi o controllare cosa e quanto si stia ingerendo.
Durante le abbuffate la tipologia di alimenti scelti varia da individuo ad individuo, l’aspetto caratterizzante di questo problema alimentare è la quantità di cibo consumato, la rapidità con la quale viene ingerito e la pervasiva sensazione di essere fuori controllo.
Le persone affette sperimentano un forte imbarazzo, si vergognano dei propri problemi con l’alimentazione e, dunque, abbuffate e condotte di eliminazione vengono compiute in solitudine cercando di mantenere tutto quanto più segreto possibile.
Generalmente, fattori in grado di scatenare l’abbuffata sono l’aver sperimentato un’emozione negativa e condizioni interpersonali stressanti.
Tra le condotte di eliminazioni più frequenti, invece, rientra il vomito autoindotto.
Chi è affetto da Bulimia Nervosa, tipicamente, ha un peso che rientra nella norma oppure che si colloca nel range del sovrappeso, a differenza di chi è affetto da Anoressia Nervosa che raggiunge importanti livelli di sottopeso.
Disturbi Alimentari: Conseguenze
Questi disturbi compromettono significativamente la salute fisica e psicologica di chi ne è affetto.
Sono spesso associati a disturbi del tono dell’umore, depressione, isolamento sociale e ansia. La maggior parte delle persone affette da un Disturbo alimentare sperimentano un forte senso autocritico, bassa autostima, ansia, pensieri ossessivi, sbalzi d’umore e depressione.
I sintomi e gli effetti delle restrizioni e/o delle condotte di eliminazione compromettono il funzionamento individuale e sociale dell’individuo, portando anche a sperimentare problemi nei rapporti interpersonali, forme di disagio e sofferenza significative.
Anche a livello medico possono avere delle importanti compromissioni, ad esempio, l’amenorrea (assenza di ciclo mestruale nelle donne), alterazioni elettrolitiche, disidratazione, complicanze metaboliche, renali e cardiovascolari.
Le più frequenti complicanze cardiovascolari invece sono la bradicardia e l’ipotensione arteriosa. Patologie endocrine, disturbi all’apparato gastrointestinale e all’apparato muscolo scheletrico con frequente riscontro di Osteoporosi nei pazienti affetti da Anoressia Nervosa.
Cosa fare?
Data la complessità e le gravi ripercussioni fisiche e psicologiche, richiedono il coinvolgimento di diverse figure professionali.
Le persone affette da un Disturbo Alimentare spesso hanno dei bassi livelli di consapevolezza e non sono pienamente in grado di riconoscere di avere un problema.Sperimentano una grande sofferenza e intraprendere un percorso per loro non è facile.
Le alterazioni e le gravi conseguenze fisiche richiedono il coinvolgimento di figure mediche in grado di valutare lo stato di salute, monitorarne l’andamento e definire insieme al paziente un piano alimentare più equilibrato.
In parallelo, è fondamentale intraprendere un percorso di sostegno e supporto psicologico.
I Disturbi Alimentari richiedono un lavoro di équipe, di squadra, in cui le diverse figure sanitarie coinvolte collaborano al fine di strutturare il piano terapeutico più adatto per la persona